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Autismo? Ecco cosa si può fare

Autismo? Ecco cosa si può fare

di Martha Gabler (trad. Luca Canever)

La preoccupazione di una mamma

Recentemente, una mamma mi ha confessato di essere preoccupata per la sua bambina di dodici anni, la quale possiede scarse competenze e non verbalizza. La bambina si agita e si arrabbia quando si trova in luoghi pubblici; lei urla e nasconde la testa quando si trova in tali situazioni. È ansiosa e la mamma mi ha chiesto alcuni suggerimenti per alleviare l’ansia della bambina.

Questo è quanto le ho suggerito.

La scienza del comportamento ci spiega cosa sta accadendo

Facciamo un passo indietro. Dalle leggi della scienza del comportamento, sappiamo che il comportamento che viene rinforzato è un comportamento che si verificherà di nuovo. Per quanto difficile può essere credere a questa affermazione, la bambina viene maggiormente rinforzata da urlare e nascondere la testa, che dall’esibire qualche altro comportamento che a noi sembrerebbe più “normale”.

La domanda da porci sarebbe questa: “Cosa avverte la bambina che la rinforza per urlare?” Noi non conosciamo la risposta a questa domanda, e ci vorrebbe un ‘Analisi Funzionale del Comportamento per scoprirlo ma, nel frattempo, la madre, o qualsiasi genitore, può intervenire con le seguenti fasi: (1) Raccogliere dati (2) Osservare la figlia per vedere che tipo di comportamenti funzionali già possiede, e (3) Rinforzare “buoni” comportamenti alternativi.

Estratto intervista con Martha Gabler

Abbiamo intervistato due volte Martha sui temi che ha trattato nel libro. Questo breve video è solo un estratto. Le due registrazioni integrali sono disponibili qui.

  1. Raccogliamo dati

Prendiamo appunti e contiamo quante volte al giorno si verificano questi comportamenti e per quanto tempo durano. Utilizziamo un grafico Antecedente / Comportamento / Consequenza (ABC = Antecedent, Behavior. Consequence); versioni gratuite d questi grafici sono ampiamente disponibili su Internet. In questo grafico, prendiamo nota dei seguenti fatti: data e ora del comportamento, la descrizione del comportamento (la lettera B Behavior) e per quanto tempo questo è durato; la descrizione di ciò che è accaduto immediatamente prima del comportamento (la A, Antecedent); una descrizione di quello che è successo subito dopo il comportamento (la C, Consequence). Ricorda: la conseguenza determina il corso futuro di un comportamento. Se un comportamento si sta aggravando, quello che sta accadendo dopo il comportamento ne è la causa e lo sta rinforzando sempre più.

  1. Osserviamo la bambina per vedere che tipo di comportamenti funzionali ha già

La bambina possiede -sicuramente- alcuni comportamenti funzionali, così cerchiamo di approfondire e scoprire quali sono. Prepariamo una lista! Potrebbe essere in grado di “Sedere Tranquilla”, “Aspettare Tranquilla”, “Stare Bene in Macchina” e così via. Guardate i suoi comportamenti funzionali, e descriviamoli in dettaglio (cosa fa, come si muove, cosa osserveremo noi). Può darsi che lei non stia ricevendo molto rinforzamento per quei comportamenti funzionali e questo deve cambiare immediatamente se desideriamo vedere più spesso i comportamenti funzionali

  1. Rinforziamo i comportamenti alternativi appropriati

Ora abbiamo un’idea di dove, quando e per quanto tempo i comportamenti distruttivi si verificano, e una lista di comportamenti funzionali che la bambina esegue già. Il passo successivo è quello di impostare un piano per rinforzare – tantissimo – quei comportamenti funzionali. Ad esempio, ogni volta che la bambina esegue comportamenti funzionali come “Sedere Tranquilla”, “Tenere la  Testa Alta”, “Calma la Bocca” o emette suoni/parole appropriati, rinforziamo questi comportamenti. Facciamo ogni sforzo possibili per non rinforzare urla o simili. Al contrario (se possibile e raccomandabile avendo sempre come primissimo obiettivo il benessere della bambina e delle persone che le stanno intorno) distogliamo lo sguardo fino a quando esibisce una frazione di secondo di “Bocca Tranquilla”, di “Suono/Parola Appropriata” e rinforziamo immediatamente tali comportamenti appropriati.

Raccomando ai genitori di bambini e ragazzi con autismo di prendere in considerazione il TAGteach (Insegnamento Audio Assistito) come un ottimo modo per marcare e rinforzare il comportamento

Infine, parliamo di ansia. I soggetti con autismo spesso sperimentano ansia. Mio figlio ha una forma grave di autismo ed è non verbale. Quello che ho imparato da mio figlio è che, per lui, ci sono due cose cui far attenzione: i livelli di rinforzamento e livelli di richiesta. Devo essere molto attenta a fare in modo che le richieste che faccio siano cose che è in grado di fare. Devo anche essere molto attenta a dargli un sacco di rinforzo per eseguire queste richieste.

Con vostra figlia, può essere che gli ambienti descritti (negozio, ristorante, stazione di servizio) abbiano troppi input sensoriali per lei. Ad esempio, può essere in grado di gestirli per due minuti, ma non per tre minuti, e che, dopo tre minuti, inizi a dare segni d’insofferenza. Questi problemi sono cose che i genitori possono individuare rapidamente e capire, una volta che sanno che cosa cercare. Se questo è il caso, allora si potrebbe considerare di portarla in questi ambienti per brevi periodi di tempo, darle un sacco di rinforzo, e gradualmente aumentare la quantità di tempo in cui è in grado di tollerarli. Si tratta di controllare quel fatidico equilibrio tra rinforzo e domanda per gestire lo stato d’ansia.

Assicuratevi che vostra figlia stia sperimentando più rinforzamento rispetto alle richieste che le vengono fatte. Mio figlio vuole essere felice e godersi la vita, ed avere la sua famiglia felice. Quando tengo alto il tasso di rinforzo e controllo le richieste, sono in grado di ottenere questo.

Martha Gabler, mamma di un ragazzo con autismo è autrice del libro: “Dal Caos alla Calma” di cui avevamo parlato in un precedente post



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