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“Aiuto! Gli studenti non sanno più come concentrarsi!” seconda parte

“Aiuto! Gli studenti non sanno più come concentrarsi!” seconda parte

Alla fine della prima parte di questo blog dedicato al migliorare la concentrazione dei nostri studenti, avevamo discusso sul fatto che per le cose che ci piace fare non abbiamo mai problemi di concentrazione, mentre per le cose che ci stanno più indigeste la concentrazione sembra svanire come neve al sole.

Avevamo però visto che le cose che ci piace fare (come i videogiochi o il cellulare) hanno sempre tre elementi che le caratterizzano: hanno degli obiettivi stabiliti e raggiungibili; ci fanno vedere i nostri progressi e siamo fluenti (veloci ed accurati) nella lora esecuzione. Allora, se vogliamo che Tommaso e Sofia si concentrino dedicando tempo ed energie sul loro studio, dobbiamo dare loro questi tre elementi anche quando si tratta di aprire il libro di storia e non di accendere la consolle.

Questo passaggio può essere abbastanza complicato da fare se non riusciamo a legare chiari obiettivi, misura dei progressi e fluenza anche allo studio. Purtroppo, quasi sempre questi tre ingredienti mancano quasi del tutto quando si parla di studio e scuola:

1- non esiste quasi mai un obiettivo chiaro, e raggiungibile: cosa significa “imparare” la scoperta dell’America o la tabellina del quattro? Cosa succede quando Tommaso e Sofia sanno queste cose?

2-Gli studenti non vedono mai i loro progressi perché l’unico feedback che ricevono sono i voti o i giudizi che arrivano molto dopo che i nostri ragazzi hanno già studiato la scoperta dell’America o la tabellina. I comportamenti dello studio e dell’impegno non vengono rinforzati in modo adeguato. Al contrario dei videogiochi dove appena passi di livello ottieni nuove potenzialità, o del cellulare dove appena messaggi qualcosa, qualcuno risponde. I ragazzi, lo abbiamo detto nella prima parte di questo blog, sempre per via delle cortecce prefrontali in sviluppo non sono in grado di lavorare oggi per ottenere un risultato chissà quando. Il video qui a lato su un celeberrimo esperimento di psicologia lo dimostra chiaramente. Breve descrizione dell’esperimento: metti un bambino con dei dolci in una stanza, lascialo da solo dicendogli che, se non tocca i dolci dopo potrà averne il doppio…

3- Tommaso e Sofia sono fluenti nello studio? Ovvero sanno leggere i testi ad una velocità e precisione adeguate alla loro età? Sanno scrivere con velocità appropriata? Sono fluenti nel preparare i loro materiali? Quanto tempo impiegano per mettersi a studiare (è lo stesso che impiegano per accendere la consolle ed iniziare a giocare?) In parole povere conoscono TUTTI i comportamenti necessari per studiare?

A Sofia e Tommaso piacerà studiare quando anche i comportamenti richiesti per questo obiettivo avranno le caratteristiche dei comportamenti richiesti dai loro videogiochi: obiettivi, misura immediata dei progressi e fluenza nei comportamenti. Allora vediamo come il TAGteach può aiutare Tommaso e Sofia nello studio, e iniziamo parlando di obiettivi.

Diamo a Tommaso degli obiettivi (raggiungibili per lui) per lo studio della scoperta dell’America. Possiamo dire a Tommaso di studiare per 10 minuti (o meno o più) il suo capitolo e che allo scadere del tempo deve rispondere esattamente a queste tre domande in 30 secondi:

  1. Chi ha scoperto l’America;
  2. Quando è avvenuta la scoperta;
  3. Dove è avvenuta la scoperta.

Lo stesso possiamo fare con Sofia: diamole metà della tabellina del quattro da studiare e diamole 2 minuti (sono un sacco di tempo!) per memorizzarla, alla fine del tempo stabilito Sofia dovrà dare le risposte alle domande sulla tabellina alla velocità di 30 al minuto.

Tre domande in trenta secondi e trenta risposte al minuto sono degli obiettivi chiari e raggiungibili esattamente come quelli presenti nei videogiochi e come nei videogiochi una volta raggiunti questi obiettivi Tommaso e Sofia saranno pronti per il livello successivo: nuove domande (più difficili sulle Americhe) e nuovi calcoli sulle tabelline.  In caso contrario, come nei videogiochi, bisognerà riprovarci.

Il secondo elemento da inserire nello studio è la misura dei progressi.

Un pochino l’argomento dei progressi lo abbiamo già toccato quando abbiamo detto a Tommaso che doveva dare tre risposte sulla scoperta dell’America in 30 secondi e a Sofia che doveva sapere la tabellina del quattro rispondendo a trenta domande al minuto. Per arrivare a questi obiettivi i ragazzi devono fare dei progressi, e nostro compito come insegnanti è misurare questi progressi.

Ieri Sofia ha risposto 15 volte al minuto, oggi 20 volte al minuto, e domani o dopodomani raggiungerà il suo obiettivo. In questo modo misuriamo ogni giorno i progressi di Sofia dandole man mano le indicazioni necessarie per raggiungere i suoi obiettivi di fluenza.

(Per fare tutto questo usiamo un grafico particolare che si chiama Standard Celeration Chart: qui trovi tutte le informazioni a riguardo).

Infine, Il terzo aspetto che riguarda le cose che ci piace fare, consiste nella fluenza, ovvero essere capaci di eseguire certi comportamenti molto, molto bene e molto, molto velocemente. Esattamente come i pollici di Sofia e Tommaso sui controller delle consolle o sugli schermi dei loro cellulari.

Essere bravi e veloci non è il solo effetto della fluenza, un altro importante risultato è il fatto che i comportamenti fluenti sono anche i comportamenti che richiedono meno sforzo per essere compiuti e che quindi sono facili da eseguire. La lettura, la scrittura in generale dovrebbero risultare facili per Sofia e Tommaso in modo tale che i ragazzi possano impiegare le risorse cognitive del loro cervello per raggiungere nuovi obiettivi, come la scoperta dell’America e la tabellina del quattro.

Come si raggiunge questa fluenza? Beh, basta osservare i nostri ragazzi alle prese con le loro tecnologie varie: sono fluenti nel maneggiare controller e cellulari perché ci hanno speso un sacco di ore sopra o, in altre parole, ci hanno fatto tanta, tantissima pratica. E’ quindi necessario che gli studenti possano fare lo stesso tipo di pratica sui quei comportamenti che gli serviranno per riuscire a stare concentrati e studiare con profitto. Alcuni esempi di questi comportamenti potrebbero essere: velocità di lettura, scrittura e calcolo adeguate alla età degli studenti. Questi elementi devono essere adeguatamente allenati ed appresi attraverso la pratica. E, indovina un po’, per spendere il tempo necessario per fare pratica la pratica ci deve piacere e quindi abbiamo bisogno (nuovamente) di: obiettivi, misura e fluenza. Elementi che il TAGteach garantisce a tutti i Tommaso e a tutte le Sofia.



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